Propriocezione e Voce
La propriocezione (dal latino proprius, appartenere a sé stesso) è definita come il senso di posizione e di movimento degli arti e del corpo che si ha indipendentemente dalla vista. La si può dividere in senso di posizione statica degli arti e in senso di movimento degli arti. Canto Castro Voce Propriocezione
La propriocezione è una capacità che dovrebbe essere costantemente allenata e monitorata per poter preparare il corpo e il sistema nervoso a rispondere in modo corretto ai cambiamenti e alle richieste che riceve.
Il corpo è strettamente ed intimamente collegato alla Voce e deve essere mantenuto in uno stato ottimale di forma per diversi motivi:
- consente di svolgere al meglio l’attività artistica e didattica e di godere di una qualità di vita ottimale;
- la conoscenza e la comprensione del suo funzionamento sono fondamentali per poter affinare il modo di cantare e di esprimersi, in quanto gli elementi fondamentali della musica quali il senso del ritmo e della melodia traggono origine da sensazioni corporee e sensoriali. Una maggiore sensibilità verso le sensazioni fisiche più sottili permette il dominio dell’agilità, del controllo del suono e del fraseggio;
- l’energia del corpo deve essere sintonizzata con la musica che si sta eseguendo. Un corpo rigido o poco vitale difficilmente sarà in grado di vivere ed esprimere l’intensità delle emozioni;
- ascoltare il corpo aiuta ad ascoltare sé stessi e proietta in un circolo virtuoso che migliora la qualità di vita. La mente razionale può elaborare pensieri e strategie ma solo la percezione del corpo ci pone in sintonia con le nostre “frequenze interne” (intese come desideri, malesseri, emozioni) in ogni istante della vita.
Eutonia
Nei musicisti e nei cantanti la scarsa propriocezione è la causa di malattie professionali dovute principalmente a posture scorrette e conseguenti compensazioni muscolari, o a metodi di studio poco fisiologici.
Tutto questo influisce sull’elasticità e sull’eutonia (dal greco eu: corretto, armonioso; e tonos: tensione) che è una condizione di equilibrio psicofisico dell’individuo, caratterizzata da uno stato di normalità del tono neuromuscolare e ottenuta con l’applicazione di tecniche di concentrazione fisica, mentale e di rilassamento.
Una postura “eutonica” è quella che permette un massimo lavoro con un minimo attrito ed è quella che accumula energia per poi poterla riutilizzare e tramutare in lavoro, tutto questo si realizza portando il corpo in equilibrio (A. Borragàn).
Quali domande?
Per potersi mettere in ascolto del proprio corpo in ambito vocale è importante porre attenzione ad alcuni aspetti e porsi le giuste domande:
- Soffro di dolori cronici legati all’attività canora?
- Provo fatica o sforzo quando canto o eseguo certi passaggi?
- Mi sento rigido o bloccato?
- Sento che la mia energia non è a suoi massimi livelli?
- Sento rigidità mandibolare, nel collo, nella schiena, nel bacino?
- Vivo in un costante stato di stress e non riesco a rilassarmi e a dormire bene?
- Il mio respiro è corto e spesso affannato?
- Sentirmi più sciolto fisicamente potrebbe migliorare la fiducia in me stesso?
Tutte queste domande spianano la strada verso un maggiore ascolto di sé ma in questo cammino percettivo e di conoscenza bisogna affidarsi anche a delle figure professionali (vocal trainer, foniatra, osteopata, nutrizionista cc.) che possono indicare e spiegare cosa succede a livello fisico e come questo possa influire sulla sfera psichica ed emozionale e in ultimo ma non ultimo nell’ambito vocale.
Quale ruolo per l’insegnante?
L’insegnante di canto in questo processo ha un ruolo fondamentale, perché può divenire tramite e collante di queste figure professionali.
Il suo mettersi in ascolto dell’allievo attraverso un’attenta anamnesi del vissuto storico (inerente agli aspetti musicali, vocali e dello stile di vita), l’ascolto del suono, l’analisi posturale e degli eventuali squilibri o compensazioni, le emozioni che traspaiono con l’esecuzione del repertorio, potrà portare alla luce del materiale importante su cui lavorare per modificare l’assetto disfunzionale costituitosi e cronicizzatosi nel tempo.
Sarà un lavoro che si avvarrà di continui feedback con l’allievo che a sua volta dovrà essere capace di mettere in discussione il proprio di cantare, lo stile di vita o l’imbarazzo nell’ammettere di avere determinate difficoltà.
Non esiste una regola al cambiamento e non tutti cambiano allo stesso modo, ma sicuramente lavorare con la voce dona nuove possibilità di conoscenza sia a chi riceve che a chi dona in quanto siamo tutti esseri unici ed interconnessi. Canto Castro Voce Propriocezione Canto Castro Voce Propriocezione Canto Castro Voce Propriocezione Canto Castro Voce Propriocezione
Bibliografia
LINKLATER KRISTIN, La voce naturale, Ed. Elliot, Roma, 2008
BRAZZO MARCO, Il musicista in forma, Ed. Mediterranee, Roma, 1999