La musica come cibo
Musica e Cibo binomio perfetto, ma in questo caso non inteso come il solito sottofondo all’interno di un ristorante durante una cena romantica, nel va e vieni di un fast food o tra gli scaffali di un supermercato, ma Musica intesa come Cibo per l’orecchio, l’anima e la mente. Manuel Castro Musica Cibo
E’ importante avere la capacità di scegliere di cosa cibarsi per nutrirsi al meglio ed evitare dolorosi mal di pancia, la stessa importanza deve essere attribuita alla scelta della musica da ascoltare.
Non esiste niente che sia positivo o negativo di per sé. La conoscenza, una buona predisposizione, la volontà di imparare ci portano a capire direttamente, intuitivamente cosa ci piace, cosa ci fa bene. Siamo più consapevoli, non ci lasciamo plagiare dai continui input lanciati dai mass media. Sappiamo scegliere, non cerchiamo sempre un giudizio esterno.
Più ascoltiamo buona Musica, più diventiamo intolleranti alla musica di bassa qualità. Più stiamo attenti agli effetti che la Musica ha su di noi, più diventeremo selettivi e potendo, eviteremo la brutta musica.
Se non abbiamo in mente l’idea di evolvere la nostra capacità di ascolto, è chiaro che ci potremmo anche accontentare della musica che già ci piace. Non ricercheremo altro, non penseremo nemmeno di evolvere la nostra capacità di ascolto, penseremo che la musica che piace a noi è la migliore.
L’ascolto consapevole
L’ascolto consapevole ci conduce in due diverse direzioni: da una parte ascoltiamo la Musica che ci piace, dall’altra cerchiamo di scoprire nuove sonorità che magari ad un primo ascolto non siamo ancora in grado di apprezzare. Il musicista infatti è qualcuno che vuole progredire, vuole capire sempre di più, vuole imparare, sa che può imparare sempre cose nuove.
La materia di studio è vastissima, possiamo essere ascoltatori, strumentisti, cantanti, liutai. Possiamo occuparci del suono per come lo emettiamo con la voce, con uno strumento, imparare a costruire uno strumento, imparare a trascrivere un brano, comporre, analizzare. Certo, la nostra ricerca deve avvenire seguendo prevalentemente le nostre personali attitudini, la nostra natura.
A differenza del cibo, la Musica non fa ingrassare però può avere anche un effetto negativo. Può calmare, ma anche agitare, può provocare un stato di benessere, allegria, gioia, ma anche tristezza, ansia, dolore, commiserazione. Agisce sul nostro stato emotivo, bypassa il ragionamento e arriva fino al cuore. Nel bene e nel male.
Capire cosa ci piace e cosa ci fa bene non sempre è facile. È un percorso.
La strada è lunga ma…ne vale la pena
L’orecchio si forma, fin da bambini, con la ripetizione di piccole melodie facili, canzoncine, ninna nanne. Non serve ascoltare più musica possibile, ma scegliere qualcosa che piace e ascoltarlo ripetutamente.
Ascoltare sempre gli stessi dischi forma l’orecchio perché memorizziamo tutte le parti, assorbiamo quella musica più che si può e impariamo. Anche ricercare Musica sempre diversa è una buona cosa, certo. Ma è con la ripetizione che il nostro cervello impara e se non abbiamo mai delle preferenze, se non ascoltiamo a fondo per lunghi periodi una stessa musica, il nostro ascolto rimane superficiale.
Cerchiamo invece, di capire prima di tutto cosa ci piace. Vuol dire che dovremo evolvere a partire da lì.
Non c’è storia, chi vuole imparare deve accettare prima sé stesso, i suoi limiti, la sua natura. La Musica deve prima di tutto piacere. È attraverso la sensazione piacevole che troveremo la strada per migliorare.
Non va bene ascoltare musica scadente, ma nemmeno rinnegare le nostre naturali predisposizioni. Con il tempo riusciremo a capire quando una musica è di qualità oppure no. Scegliere non è facile, si impara con il tempo.
La nostra capacità di imparare, capire, percepire è un complicato insieme di fattori. La predisposizione, lo studio, l’ambiente in cui cresciamo, i nostri complessi di inferiorità/superiorità, le trappole dei pregiudizi.
Il nostro studio progredisce se possediamo un carattere senza picchi di egocentrismo, suscettibilità, se abbiamo un senso critico personale, poco incline ai pregiudizi, se impariamo a smascherare i nostri errori, i nostri difetti.
“Sento dunque sono” CARTESIO
In questa jungla di suoni che ci avvolge quotidianamente è importante portare con sé una piccola bussola che permetta di orientarci. Questa bussola si costruisce con il tempo, perché è un insieme di ingranaggi che deve essere assemblato con sapienza, esperienza ma anche con tanta fantasia.
È fondamentale la consapevolezza dell’ascolto musicale, così come dieta per la mente, una dieta che sviluppa benessere, arricchimento e che diventa una dispensa da cui poter prelevare a piacimento, ma con coscienza quegli ingredienti che alimentano le Emozioni.
Ascoltare significa anche “vedere” una Musica, ragionarci sopra, confrontarsi, apprendere diversi punti di vista da chi possibilmente ascolta in un altro modo, con un clima emotivo diverso dal nostro.
Essere ascoltatori consapevoli significa non essere in balia del suono che ci viene propinato in modo passivo dall’esterno, ma al contrario significa acquisire capacità di discernimento, capacità di confronto per sostenere la costruzione di un dialogo che alimenta in modo sottile e persistente la nostra mente e la nostra anima.
Tutto questo ci permettere di “sentire” in modo nuovo la realtà che ci circonda, e allo stesso modo “riscoprire e riscoprirci”.
Questo processo è fondamentale sin dall’infanzia perché getta le basi per un futuro in cui si potrà sviluppare in ogni bambino/a, che sarà l’Uomo o la Donna del domani, una coscienza tollerante, sensibile, ecologica che non potrà che produrre Bellezza ed Empatia. Musica Cibo Musica Cibo Musica Cibo
Bibliografia
MUSSIDA F., “Il pianeta della musica. Come la musica dialoga con le nostre emozioni” – Ed. Salani
LENTINI D., “La musica e le emozioni. Percorsi nell’estetica analitica” – Ed. Mimesis – 2014