Danzaterapia – Expression Primitive – parte prima
Tra il movimento e il suono c’è un filo invisibile che collega le due forme espressive, la produzione di un qualsiasi suono implica un movimento che sia con la bocca, con le mani, con i piedi. Dal tipo di movimento che si effettua si ottiene un suono, ma allo stesso tempo il flusso di questo suono influenza il movimento e dona origine al ritmo. In questo circuito ricorsivo vi è la nascita e a seguire lo sviluppo delle forme danzanti.
Penso che l’uomo manifesti attraverso il movimento il suo modo di stare al mondo e credo anche che la maggior parte della cultura occidentale abbia ingabbiato la libertà espressiva e di movimento attraverso le molteplici convenzioni sociali.
Molto spesso si assiste ad una inibizione nel danzare, per timore di giudizio altrui, per creduta incapacità, per rigidità corporea ecc.
Bisogna rieducare il corpo al movimento non solo per poter eseguire una qualsiasi danza, ma anche per scoprire il proprio ritmo interno e per aver la capacità di poter contrastare o assecondare con coscienza il ritmo del mondo che al giorno d’oggi “danza” a ritmi vertiginosi, la maggior parte delle volte “non umani”.
Al fine di liberare il corpo vi sono diverse tecniche espressive che permettono di liberare l’energia repressa e inespressa.
Expression Primitive
Una tra queste è il metodo dell’Expression Primitive che rappresenta l’approccio etno-antropologico alla Danzaterapia.
È stato fondato da Herns Duplan, un danzatore di origini haitiane che, lavorando per molto tempo a New York nella compagnia della danzatrice, coreografa ed antropologa afro-americana Katherine Dunham, ne restò influenzato per quanto riguarda il contenuto e lo stile delle sue produzioni.
La Dunham costruiva le sue danze riproponendo le caratteristiche delle danze rituali dei popoli tribali, in particolare africani, come il tamburo, il ritmo terreno, il contatto con la terra, l’energia mistica dei movimenti attraverso cui il danzatore esprimeva la propria energia vitale e il proprio legame con le forze della Natura.
Sulla scia della Dunham, Duplan, trasferitosi a Parigi nel 1970, elaborò una propria metodologia di movimento chiamata Expression Primitive e il cui approccio non era terapeutico ma antropologico.
Lo scopo della sua danza, infatti, era quello di dare modo alla persona di vivere l’esperienza totale di sé attraverso lo svolgimento di quei movimenti archetipi e rituali delle tradizioni culturali primitive, le quali avrebbero permesso l’esperienza dell’unitarietà nell’essere umano e nel suo rapporto col Cosmo.
Precisamente, con Primitive Duplan si riferiva a tre aspetti:
- la dimensione umana universale e transculturale;
- l’eredità dei popoli primordiali;
- le strutture psichiche primarie del bambino.
L’Expression Primitive voleva semplicemente risvegliare nella persona quella forza vitale presente in natura dentro ogni corpo e aiutarla a manifestarla attraverso quei movimenti, quei ritmi e quei miti che avrebbero restituito l’uomo alla sua originaria condizione di armonia cosmica, caratterizzante le culture ancestrali. Danzaterapia Expression Primitive Danzaterapia Expression Primitive Danzaterapia Expression Primitive
Bibliografia
BILLMANN F., “Primitive Expression and Dance Therapy: When dancing heals” – Taylor & Francis Ltd – 2014